2.5 Membri e rapporto con la community

Vengono di seguito presentati e discussi i risultati del questionario inerenti la partecipazione dei rispondenti, volti a raccogliere le loro impressioni sul loro ruolo e contribuito all’operato di Open Data Sicilia. In prima battuta, è stata indagata la modalità con la quale si è venuti a conoscenza della community.

Figura 28. Membri e rapporto con la community

Nella figura 28 è possibile analizzare il grafico a torta, il quale dimostra che il 39% dei rispondenti è venuto a conoscenza dell’iniziativa Open Data Sicilia tramite passaparola o conoscenti: di fatto, 6 intervistati su 10 hanno confermato di aver conosciuto la community tramite amici, conoscenti o altri appassionati che di Open Data Sicilia ne avevano raccontato l’impegno civico e i successi delle proprie iniziative. Alcuni rispondenti del questionario hanno specificato che questo passaparola si è verificato tramite conversazioni avute con amici, figli o colleghi.

L’interesse personale è stato motivo di scoperta della community per il 20% del campione rispondente. È il caso delle due intervistate F. 35-39 anni e F. 35-39 anni, entrambe attive nel campo degli Open Data e della ricerca quantitativa, e di M. 30-34 anni, appassionato di programmazione. Il 18% dei rispondenti ha conosciuto Open Data Sicilia grazie ai social network, dove Twitter gioca un ruolo fondamentale tramite la possibilità di risalire alle conversazioni quando gli hashtag vengono utilizzati.

Il 16% del campione rispondente ha dichiarato di aver rintracciato la community tramite ricerche su Internet: è anche il caso di M. 30-34 anni, dottorando, che si è imbattuto quasi casualmente in Open Data Sicilia nel tentativo di comprendere come meglio gestire i dati in suo possesso, utili per la sua tesi. È interessante notare come un 7% dei rispondenti sia venuto a conoscenza della community in ambito lavorativo: si tratta di ricercatori e dipendenti di Pubbliche Amministrazioni, come l’intervistato M. 50-54, il quale ha raccontato di aver conosciuto la community durante un evento a tema Open Data tenutosi nei pressi del comune per il quale lavora.

Si osservi il grafico a barre: i rispondenti hanno testimoniato una larga preferenza all’utilizzo di Telegram per interfacciarsi con gli altri membri della community (32%), alcuni preferiscono usare canali privati (14%) come la comunicazione diretta e privata con gli altri membri, seguito da un 12% di membri che utilizzano Facebook, il forum di Google e Twitter. GitHub, repository di dati, è una piattaforma utilizzata dall’11% dei rispondenti, con un lieve interesse verso il sito Internet della community (7%). Si delinea in questo modo una classifica che rispecchia l’utilizzo che la community fa di questi stessi canali: Telegram è il canale più utilizzato per interagire tra membri, permettendo una comunicazione istantanea e diretta con tutti i componenti più attivi; a ciò deriva il prediligere la comunicazione privata per poter discutere in modo più approfondito con chi è coinvolto in un determinato progetto. Facebook, il forum di Google e Twitter permettono invece un aggiornamento costante ma per certi versi passivo: non sono canali che prediligono una comunicazione pratica e veloce, ma soprattutto non sempre è bidirezionale: ad esempio con Twitter è molto più difficile costruire un discorso, essendo il social pensato più per condividere aggiornamenti ed eventualmente commentarli brevemente. GitHub si prefigura piuttosto come canale “operativo” utilizzato quasi esclusivamente dai membri più investiti, essendo una piattaforma prettamente utile a livello operativo: si tratta di un repository di dati che non tutti i membri si sentono a proprio agio ad usare, e che rimane sconosciuto a chi non si occupa di dati, analisi quantitativa, programmazione.

Figura 29. Partecipazione e interazione all'interno di Open Data Sicilia

Per quanto riguarda il proprio impegno e la qualità delle relazioni all’interno di Open Data Sicilia (figura 29), si evidenzia un grande interesse verso i progetti della community (grafico in alto a destra) ma un generale disimpegno nell’apportare il proprio contributo e a partecipare quotidianamente alle riunioni quasi mensili della community (grafici in basso). Anche l’interazione con gli altri membri non sembra particolarmente attiva (grafico in alto a sinistra). I dati portano a constatare che è sempre la stessa percentuale di rispondenti (11%) ad impegnarsi attivamente nella riuscita dell’operato della community. Tale percentuale corrisponde agli stessi soggetti che, ad esempio, hanno dichiarato di utilizzare anche GitHub. I membri più investiti e partecipativi sono quindi anche quelli effettivamente più preparati. Analizzando più approfonditamente questo particolare gruppo di membri, emerge che gli stessi sono cittadini siciliani (60%) siciliani residenti in altre regioni d’Italia (20%) e all’estero (20%) la cui maggioranza è composta da uomini (80%) di cui rimane preponderante la preparazione tecnico-scientifica sulla totalità degli stessi, seppur prevalentemente ferma al diploma (60%, contro il 40% di laureati). Ciò conferma dunque il forte coinvolgimento territoriale della community, che rimane radicato anche nei siciliani “emigrati” in altre città italiane e europee, e la determinante del percorso di studi intrapreso.

Tornando su di una prospettiva generale, i dati hanno dunque fatto emergere un generale grande interesse verso la community, ma non l’effettiva disponibilità a parteciparvi in modo quotidiano, come può essere partecipare alle riunioni (mensili). Quello della partecipazione è un tema spesso emerso anche nelle interviste, dove vari intervistati hanno voluto puntualizzare di non sentirsi “fondamentali” per la buona riuscita della community.

Figura 30. Ruolo e community: partecipazione e interazione all'interno di Open Data Sicilia

Questi dati vengono confermati a più riprese all’interno dei quesiti della figura 30. Emerge che il 70% dei rispondenti si reputa un osservatore esterno, il cui contributo non è particolarmente rilevante per il funzionamento della community e l’implementazione dei suoi progetti, riconoscendo la propria inattività e assenza all’interno della community.

Quanto analizzato fa emergere un aspetto interessante, confermato da quella che è stata l’osservazione del gruppo effettuata nel corso dei mesi: la community funziona principalmente grazie al contributo di pochi attorno ai quali si crea grande interesse e approvazione. Le cause di tale approccio potrebbero essere rintracciate nella “vision” della community: contribuisce chi può e come può, e chi non riesce è comunque il benvenuto. Si potrebbe anche pensare che il Civic Hacking, nell’essere poco pratico se non si hanno determinate conoscenze, impedisca l’effettivo coinvolgimento di altre persone, meno specializzate e a loro agio con la programmazione e l’analisi quantitativa. Tuttavia, bisogna specificare che per far parte di una community di questo tipo non è necessario essere dei Civic Hacker: si può contribuire anche in altro modo, ad esempio aiutando a calendarizzare le riunioni, o collaborando in altro modo dal punto di vista amministrativo e pratico. Di fatto, una community online non è molto lontana da quello che può essere definita una community “offline”, il cui operato si realizza e delinea prettamente in contesti non digitali. A proposito di ciò Putnam, nel suo saggio “Capitale Sociale e Individualismo. Crisi e rinascita della cultura civica in America” (2000) commenta come Internet sia divenuto luogo di replicazione delle forme più classiche di relazione sociale e di impegno civico, accrescendo la capacità di comunicare e configurandosi come strumento di trasmissione dell’informazione tra persone fisicamente distanti. L’autore si esprime sul ruolo di Internet in un periodo storico in cui il word wide web è ancora ai suoi inizi e di fatto le sue riflessioni in tema sono caute e misurate: egli si chiede se questo miglioramento comunicativo potrà essere effettivamente in grado di creare capitale sociale e un’autentica comunità (p. 213). Se alla prima questione vi si darà risposta più avanti, è possibile affermare che Open Data Sicilia è una community che presenta tutti gli aspetti una comunità “classica”: le persone collaborano per un determinato obiettivo, possono crearsi relazioni di vario tipo tra le stesse, vi è un’organizzazione ben precisa per la proposizione di nuovi progetti e vi è una struttura gerarchica che, seppur “fluida” e non ufficiale, riesce a trovare i propri punti di riferimento in caso di necessità.

Se l’esiguo tasso di partecipazione non è dovuto alle modalità digitali adottate dalla community per realizzarsi, è da tenere in considerazione che Open Data Sicilia, nell’essere aperta a tutti tramite varie piattaforme, permette l’apertura della community a qualsiasi soggetto interessato, il quale potrebbe sentirsi però meno coinvolto o legato alla community, e dunque meno propenso a collaborare. Di fatto non emergono grandi sforzi volti al coinvolgimento dei nuovi membri: chi entra nel gruppo Telegram viene normalmente accolto con la richiesta di presentarsi, ma sul lungo periodo non vi sono proposte volte a facilitare la socializzazione dei nuovi arrivati. L’etnografia digitale effettuata permette di affermare in merito a quanto discusso che il coinvolgimento rimane un punto chiave per permettere ai membri di relazionarsi e creare amicizie e collaborazioni: per questo motivo, chi è più coinvolto risulta anche essere tra i membri più attivi del gruppo.

Last updated