1.1 La multidimensionalità del capitale sociale: tra opportunità e indefinizione
La multidimensionalità del capitale sociale ne ha permesso la sua applicabilità a diversi ambiti ed il suo sviluppo da vari punti di vista. Ciò lo ha reso un concetto a tratti ambiguo, ma per altri versi ricco di potenzialità: questa ambivalenza ne costituisce la sua ricchezza ed al tempo stesso il suo limite (S. Bertolini, G. Bravo, 2001). Bisogna dunque tenere a mente che le opportunità rappresentate da tale concetto risiedono nella sua capacità di comprendere che la società, fatta di relazioni tra gli attori e norme che ne regolino la convivenza (scritte e non scritte, legali e sociali), è fonte di un vero e proprio reddito dall’equivalente economico: avere dei rapporti positivi con dei vicini e prestare servizio nei momenti di necessità, permetterà il realizzarsi di sentimenti di reciprocità, elemento fondamentale alla base del capitale sociale. Un buon rapporto con un altro soggetto potrebbe portarlo a compiere determinate azioni che, altrimenti, sarebbero state fatte dietro corrispettivo monetario: aggiustare un rubinetto, annaffiare le piante, scambiarsi informazioni. In altre parole, il capitale sociale permette agli individui di contare sulle relazioni per poter raggiungere i propri obiettivi e risolvere determinate situazioni.
Dimensione sociale ed economica si intrecciano nella teoria del capitale sociale, permettendo di accumulare una vera e propria ricchezza il cui fondamento sta nella fiducia e reciprocità: non c’è capitale sociale senza di queste. Se non c’è reciprocità, non c’è fiducia, e se non c’è fiducia, si temono relazioni opportunistiche che non saranno di alcun beneficio per le nostre azioni; in questo modo, non c’è fonte per il capitale sociale. Ciò fa emergere un aspetto non ancora presentato, ma lungamente discusso da autori come Coleman: il desidero del singolo a raggiungere e realizzare i propri interessi, che lo spinge a cercare le risorse adeguate. Nella teoria del capitale sociale, tali risorse sono rappresentate da determinati aspetti della struttura sociale.
Affermare che la multidimensionalità del capitale sociale sia in grado di conciliare dimensione sociale ed economica non è abbastanza; devono essere definite nel dettaglio le diverse dimensioni del capitale sociale (Figura 8, Nahapiet e Ghoshal in De Toni e Nonino, 2009):

La dimensione strutturale, che tiene conto della tipologia di legami (forti o deboli) e di come queste relazioni si intrecciano all’interno di un disegno più ampio; ad essa si associa una prospettiva che analizza come gli individui adottino comportamenti in base alla struttura delle relazioni sociali, alla loro configurazione;
La dimensione cognitiva, intesa come l’insieme di informazioni possedute, le esperienze e la condivisione di significati comuni e culturali rispetto a determinati contesti, situazioni e comportamenti. Tale aspetto permette di ridurre l’ambiguità presente all’interno delle relazioni, e l’approccio di studio in questo caso tiene conto della multidimensionalità delle relazioni, riconoscendo come queste siano sottoposte ad “accordi” impliciti e taciti legati alle normative sociali esistenti in un determinato contesto;
La dimensione relazionale, che prende in considerazione elementi quali fiducia, norme, obblighi e gli aspetti di identificazione in un determinato contesto. Qui l’approccio è prettamente culturale.
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