1.3 L’importanza di Internet e dei social media per il Civic Hacking: le community

Internet ed il World Wide Web hanno giocato un ruolo fondamentale per il Civic Hacking. Si tratta di tecnologie che richiedono dei costi e delle spese contenute per avervi accesso: l’acquisto di un computer o, più recentemente, di uno smartphone, combinato all’accesso ad una connessione Internet, costituiscono ormai delle barriere quasi inesistenti per la maggior parte della popolazione mondiale. Il costante proliferarsi di queste tecnologie ha permesso a sempre più persone di interfacciarvisi e di accedervi. È così possibile affermare che Internet ha costituito una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche, andando a impattare in maniera rilevante anche il tessuto sociale di tutto il mondo. Per quanto riguarda il fenomeno in studio, è possibile affermare che, tramite social media e social network, il Civic Hacking ha avuto modo di realizzarsi in maniera organizzata ed aggregata: i primi rendono possibile, per gli utenti, di scambiarsi contenuti di vario genere; tramite i secondi è possibile instaurare una rete di relazioni volte a permettere il crearsi di community. Persone geograficamente localizzate in luoghi differenti possono entrare in contatto, confrontarsi, scambiarsi informazioni, definire un’azione coordinata per realizzare i propri scopi, perseguendo un obiettivo comune: quello della democratizzazione dei dati, utilizzati per migliorare la vita della collettività.

Internet gioca così un ruolo chiave nel definire il Civic Hacking e nel differenziarlo da altre tipologie di attivismo, costituendo uno strumento insindacabile per il realizzarsi dell’operato aggregato dei Civic Hacker. Da un lato, Internet è il luogo virtuale dove viene chiesto alle Pubbliche Amministrazioni di pubblicare i dati in formati ottimali per il loro utilizzo, dall’altro i social media e i social network divengono punti di riferimento dove confrontarsi, condividere informazioni e “best practice” per operare su quanto ottenuto, oltre che a essere luogo di comunicazione e ritrovo, quando quest’ultimo non può essere fatto fisicamente per ragioni logistiche e spaziali.

Il Civic Hacking non si realizza necessariamente tramite un’azione coordinata di più persone: un Civic Hacker può decidere di operare in singolo, per poi utilizzare Internet come piattaforma di condivisione del proprio operato; tuttavia, è interessante studiare il frutto dell’aggregazione di persone in community e gruppi, dove regole formali e informali vanno a instaurare un vero e proprio modus operandi che andrà a caratterizzare l’operato di quella determinata realtà.

Il concetto di community online fa riferimento a un insieme di persone che, tramite Internet e i suoi derivati, si riconoscono come appartenenti allo stesso gruppo, nel tentativo di raggiungere un determinato obiettivo, che sia collettivo o individuale. Su Internet queste community possono avere vari scopi: nello studio del concetto di community online (J. Hagel, A. Armstrong, 1997), si è proceduto a distinguere le community di interesse dalle community relazionali, di fantasia e di transazione. Le community che vengono a crearsi grazie al Civic Hacking potrebbero essere definite come appartenenti alle prime due categorie, dove per community di interesse indichiamo realtà dove si persegue un determinato interesse comune; nelle community relazionali invece si tende a dare spazio ad un aspetto comunicativo e di condivisione delle informazioni. Altre caratteristiche delle community riguardano il fatto che siano volte alla discussione e alla conversazione, al raggiungimento di un obiettivo, e che siano esclusivamente virtuali oppure ibride; infine, interessante è analizzare il fatto che esse presentino un’organizzazione più o meno complessa al proprio interno.

Ma perché aggregarsi in community su Internet? Sicuramente c’è un aspetto relazionale importante, oltre che a uno funzionale: quest’ultimo può essere riconosciuto nella maggiore effettività di un’azione coordinata e collettiva, oltre che a una condivisione pubblica del lavoro svolto. Inoltre, appartenere a una community più o meno riconosciuta potrebbe dare legittimazione all’outcome ottenuto, soprattutto in un contesto come quello del Civic Hacking dove il riconoscimento di quanto fatto da parte delle amministrazioni pubbliche è impegnativo e trova numerose barriere culturali e formali.

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