✨3 - Riflessioni e applicazione su Civic Hacking
Il Civic Hacking si configura come un’occasione per gli individui di associarsi e perseguire uno scopo ben preciso. Per quanto sia inevitabile che le persone tendano in questo modo a legare delle relazioni interpersonali tra loro, è da indagare se questa sia effettivamente l’occasione per permettere al capitale sociale come definito nelle pagine precedenti di realizzarsi. Inoltre, è necessario comprendere se il fatto di fare Civic Hacking possa essere un beneficio per la società in generale, un’esternalità positiva in grado di dare origine al capitale sociale inteso come bene pubblico, dunque inteso secondo l’approccio di Putnam.
Prendendo in esame le occasioni in cui il Civic Hacking si realizza tramite l’associazionismo di persone che si incontrano prevalentemente online, vi si definiscono ora alcune riflessioni in tema.
Il capitale sociale è un concetto utile a studiare il fenomeno del Civic Hacking perché permette di incrociare le componenti sociale e civico-economica, in modo da determinare se l’operato delle persone sia in grado di produrre benefici il cui fondamento è nei concetti di fiducia, reciprocità e relazionale. Questi benefici dovrebbero essere riscontrabili nel miglioramento di determinati servizi, a seguito di una determinata opera portata avanti da Civic Hacker che hanno avuto modo di fare ciò grazie all’accesso a dati significativi per apportare quel determinato miglioramento. Inoltre, il capitale sociale è in grado di riconoscere al Civic Hacking il suo valore intrinseco: essendo un’attività di associazione volontaria, il capitale sociale dovrebbe essere in grado di far emergere quegli aspetti che ne testimonino la rilevanza per il benessere della società: anche l’attività di volontariato, che per definizione viene svolta gratuitamente, è in grado di produrre ricchezza.
È un concetto molto simile a quello che in economia viene definito di “esternalità”, in questo caso positiva: per esternalità intendiamo tutti quegli effetti secondari di una determinata azione o decisione; si tratta di un concetto utilizzato nella scienza delle finanze per cogliere quei costi e benefici che un’analisi finanziaria non è in grado di cogliere. Questa analisi di esternalità, come l’analisi del capitale sociale, può rilevarsi ardua da compiere, perché prevede una traduzione economico-monetaria di aspetti difficili da quantificare: allo stesso modo, è difficile cogliere il capitale sociale in determinati contesti, riconoscerlo e poterne determinare l’esistenza.
Nel Civic Hacking esso può essere colto nei benefici che la popolazione riscontra, anche se può risultare difficile determinare chi ne stia effettivamente beneficiando: per certi versi, il ruolo di advocacy portato avanti da alcuni Civic Hacker permetterebbe di decretare che i potenziali beneficiari siano tutti i cittadini; per altri versi invece, si potrebbe affermare che i potenziali benefici siano invece a capo dei soggetti che effettivamente godano di tali cambiamenti o opere: una mappa interattiva per essere più informati sulle fermate dei mezzi pubblici, un dataset pulito e a disposizione di chi sappia e possa usarlo, una maggiore digitalizzazione delle istituzioni con cui ci si interfaccia, eccetera.
Tuttavia, al contrario di quanto constatato da Putnam, il Civic Hacking come fenomeno online può essere fonte di capitale sociale anche per gli stessi Civic Hacker nel momento in cui lo stesso predisponga le condizioni ideali per la sua realizzazione: delle relazioni interpersonali di valore, la capacità di apprendere dall’operato altrui, ma anche il riconoscimento del proprio ruolo da colleghi e istituzioni possono essere elementi di grande valore.
Dunque, il Civic Hacking ha tutte le carte in tavola per essere un fenomeno fonte di capitale sociale sia da un punto di vista dell’individuo, sia dal punto di vista della società; è però necessario analizzare più nel dettaglio come questo si verifichi, e discuterne i vari aspetti che lo compongono.
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