✨1 - Metodologia di ricerca

L’obiettivo di questa tesi è di presentare il fenomeno del Civic Hacking, discuterlo, analizzarlo e prendere in esame l’attivismo civico tramite lo studio di una community operante in tale realtà. Parallelamente, vi è l’intenzione di capire chi sono i soggetti coinvolti e che background li caratterizzi. Infine, analizzare le prospettive future e presenti del Civic Hacking, le sue potenzialità e debolezze.

La necessità di redigere un lavoro simile scaturisce dal fatto che il Civic Hacking è un tema poco discusso sia da un punto di vista generale sia da quello della ricerca accademica, al contrario delle tematiche che lo accompagnano, quali la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, la loro digitalizzazione, l’apertura dei loro dati e il significato stesso del concetto di “dato”; ciò per certi versi può apparire anomalo, essendo il Civic Hacking una delle più interessanti concretizzazioni delle prerogative alla base di tali tematiche: il Civic Hacking, tramite la propria spinta all’azione e all’advocacy, è un motore importante per realizzare un’effettiva partecipazione cittadina data driven, ovvero basata sui dati, caratterizzata da un ampio portafoglio di modalità partecipative. Attraverso i dati è possibile lavorare a progetti, ricerche e analisi che altre forme di partecipazione non si prestano a realizzare, soprattutto se questi dati non sono raccolti in gran quantità come può essere il caso dei dati delle amministrazioni pubbliche.

Lo studio di una community, Open Data Sicilia, ha permesso di comprendere le dinamiche e i moventi alla base di una realtĂ  italiana funzionante ed attiva, che del Civic Hacking ha fatto una delle proprie prioritĂ  assolute, oltre che permettere di instaurare un dialogo con i soggetti coinvolti, comprenderne le motivazioni alla base della loro partecipazione e le loro impressioni sul tema.

1- Le domande di ricerca

Nei capitoli precedenti è stato introdotto il tema del Civic Hacking, accompagnato dai macro-temi che più spesso lo accompagnano: i dati, la partecipazione alla cosa pubblica, l’associazionismo. Al tutto è stata data una lettura socioeconomica legata al concetto di capitale sociale, illustrandone la letteratura in merito.

In questo capitolo verrĂ  affrontata dettagliatamente la metodologia della ricerca, realizzata tramite una rassegna della letteratura, etnografia digitale, un questionario e dieci interviste in profonditĂ  utili a produrre delle riflessioni dettagliate in tema di Civic Hacking, prendendo come riferimento una community Italiana, quella di Open Data Sicilia. Questo approccio ha permesso di approfondire e rispondere alle domande di ricerca, che hanno dato preciso taglio al lavoro svolto.

Per poter soddisfare gli obiettivi sopracitati, è stato necessario delineare puntuali domande di ricerca.

  • Che cos’è il Civic Hacking?

La prima domanda di ricerca è stata improntata a rispondere a una necessità didascalica per poter fornire una definizione ad un tema complesso caratterizzato da diverse sfaccettature, come la trasparenza, gli Open Data, l’open Government, l’accountability e altro ancora. Anche chi ne prende parte non ha una definizione esatta, perché il Civic Hacking si realizza in modi molto differenti ed ogni individuo coinvolto, se interpellato, ha una propria visione del concetto. L’obiettivo di questa tesi non è di delineare una definizione universale, ma di constatare quali concetti emergano all’interno di una realtà formatasi in un contesto tutto italiano, in modo da comprendere meglio ciò che è poi emerso dalla ricerca di per sé, tramite l’analisi dei dati raccolti e lo studio dei rapporti tra i membri della community studiata.

  • Esistono delle community funzionanti sul territorio italiano?

La seconda domanda di ricerca è indirizzata a ricercare e riconoscere le modalità in cui il fenomeno del Civic Hacking si è diffuso in Italia. Nella letteratura consultata emerge ben definita l’esistenza di community straniere ben affermate a livello internazionale; tuttavia, poco è discusso della realtà italiana.

  • Il Civic Hacking così organizzato è fonte di capitale sociale?

Una volta riconosciute queste realtà, ne esistono di funzionanti? E se esistono, vi sono le caratteristiche, le variabili per poter generare capitale sociale? Il Civic Hacking si presta a essere fonte di capitale sociale, in quanto forma di associazionismo volontario utile a creare beneficio per la società tramite la collaborazione di più persone; l’obiettivo è stato quello di riconoscerne una sorta di “best practice” Italiana, da sottoporre a uno studio consolidato.

Per poter rispondere alla prima domanda di ricerca, è stata fondamentale lo svolgimento di una rassegna della letteratura più rilevante in tema, utile a ricostruire una definizione e una storia del Civic Hacking. La letteratura consultata è stata ricercata tramite Google Scholar, motore di ricerca dell’omonima società che permette di trovare, leggere ed eventualmente scaricare articoli scientifici e pubblicazioni; i documenti analizzati e studiati sono liberamente e gratuitamente consultabili. Tale ricerca è stata alla base della stesura del capitolo 1, nel quale sono stati affrontati i macro-temi collegati al concetto del Civic Hacking.

Per quanto riguarda la seconda domanda di ricerca, tramite la consultazione di siti web, blog, gruppi Telegram, account Twitter, gruppi e pagine Facebook, dunque un’attenta etnografia digitale, è stato possibile comprendere quale sia la realtà italiana in tema di Civic Hacking ed Open Data. Tra i vari progetti, community e associazioni è stata selezionata una community in particolare, Open Data Sicilia, in quanto caratterizzata da: partecipazione cittadina, forte apertura (ovvero la partecipazione non richiede l’attenersi a particolari vincoli, né incontra significative barriere), l’effettiva partecipazione dei membri, e l’effettivo stato di attività della community.

La terza domanda di ricerca ha necessitato di un lavoro più articolato, direttamente a contatto con le persone coinvolte nella community prescelta. Per rispondervi, è stato preparato un questionario composto da venti quesiti volte a comprendere il profilo degli utenti della community, e sono state eseguite delle interviste in profondità su parte della popolazione rispondente. Le domande delle interviste sono state modellate per cogliere in modo più approfondito la struttura della community studiata, delle sue dinamiche interne e qualità delle relazioni interpersonali, e sono state funzionali a intrattenere dei dialoghi aperti a focalizzarsi sui differenti punti discussi dagli intervistati.

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